(di AGATA PATRIZIA SACCONE)
“Dobbiamo distinguere la capacità delle aziende di resistere e da qui ripartire. Il Governo italiano si è occupato bene della prima fase della pandemia, ma è necessario che le aziende comincino presto a produrre. L’auspicio è di poter riprendere con le cautele del caso, in modo selettivo e progressivo, da dopo Pasqua”.
Il Cav. Mario Boselli (Presidente onorario della Camera nazionale della Moda Italiana, alla guida dell’Istituto Italo Cinese, Official Ambassador della Shanghai Fashion Week e ora neo eletto Presidente Fondazione Italia-Cina) analizza il difficile momento e gli effetti del lockdown sul sistema moda nonché le ricadute sull’economia nazionale. E se il dopo pandemia potrà essere una ripartenza oppure un ricominciare, dichiara: “Facciamo in premessa un minimo distinguo sui soldi, quanti, sulla base di ciò che prevede il DPCM, ne vengono prestati alle aziende e quindi restituiti. Proprio perché presuppongono restituzione, bisogna creare ricchezza e per creare ricchezza occorre mettere di nuovo in funzione una macchina che produca, distribuisca e arrivi così alla filiera del consumo. Se siamo finora riusciti a mantenere in piedi le aziende, bisogna creare le condizioni domani per ripartire con entusiasmo, volontà di riscatto e voglia di vivere anche molto superiore a una ripresa normale. Le aperture comunque debbono essere graduali, a iniziare dalle piccole e medie imprese che non potrebbero resistere oltremodo perché hanno le strutture finanziarie e patrimoniali più deboli, erano comunque già predisposte a seguire i provvedimenti di tutela necessari, per di più il loro personale è solitamente locale, quindi viaggia meno e l’eventuale rischio contagio si riduce”.
– La Cina, prima nazione in ginocchio ma anche la prima a rialzarsi, quanto influirà in prospettiva nella bilancia dell’economia mondiale?
“La Cina, per dimensione e numero di abitanti, è una potenza che sposta gli equilibri, il fatto che riparta prima può tradursi come contributo migliore anche per l’Italia. La gente ha la memoria corta e, superata la paura del virus, se c’è di mezzo l’interesse economico si tornerà presto al commercio. Del resto, se vogliamo essere pragmatici, senza la Cina dove si va a vendere? L’Europa è ferma, l’America sembra messa male a causa del Covid-19, l’unico mercato che per primo si risana e può acquistare è proprio quello cinese. Di recente mi sono fatto inviare un aggiornamento statistico proprio dalla Cina: ebbene, dopo 44 giorni di stop forzato, con le riaperture, l’incremento di vendite rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente ha registrato un +129%”.
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